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May 2020

“Asahi”, il nuovo singolo di Holograph

Si intitola Asahi il nuovo singolo di Holograph.

Asahi è una parola giapponese e significa sole del mattino, che in questo periodo difficile vuole essere visto come tale, ovvero uno spiraglio di luce e speranza che va pian piano ad illuminare tutto ciò che lo circonda. Il brano è stato scritto qualche giorno prima del lockdown, ancora ignari di tutto quello che sarebbe accaduto da lì a poco, mentre il video è frutto di tutorial su tutorial studiati da Holograph durante questa quarantena.

Il brano è uno strumentale di 4 minuti che insieme al video vi farà viaggiare sopra un asteroide chiamato 8747 Asahi, esiste davvero e fa parte della fascia principale del nostro sistema solare. Sarete accompagnati durante l’alba di questo sole nella speranza di poter ballare a ritmo di questa traccia, tutti insieme ad un centimetro di distanza.

Successivamente all’uscita del brano verrà presentato anche un nuovo live di Holograph, il quale si è spesso contraddistinto per la particolarità delle sue esibizioni dal vivo, auto-costruendosi un set di luci perfettamente sincronizzate con la musica.

L’artista in questo caso ha creato un mondo virtuale in cui esibirsi che non vuole essere una sostituzione ad un concerto, ma una diversa esperienza per il pubblico che avrà la possibilità di immergersi in un luogo unico e fuori dall’ordinario.

 

E’ uscito il primo album dei Sempreverde: “Neanche Un Chimico Può Farlo”

Si intitola Neanche Un Chimico Può Farlo il primo album dei Sempreverde.

Dopo la pubblicazione dei tre singoli (Freddo Polaroid, Da Veri Astronauti e 0,33) la band torna con un nuovo lavoro.

L’album, totalmente autoprodotto, esce per Krishna Music Group.

Disponibile da oggi su tutti i digital store!

 

“¿Que pasa all’inferno?”, il nuovo singolo di Jessica Mazzoli

Esce oggi il nuovo singolo di Jessica Mazzoli, ¿Que pasa all’inferno?

Dopo una inedita versione “instagram-quarantena”, da oggi è disponibile la versione originale del brano.
Il singolo è stato scritto dalla stessa Jessica insieme a Francesco Sponta e Marco Di Martino. Prodotto, mixato e masterizzato al Loud Studio di Milano da Dima (Marco Di Martino).

La copertina è stata realizzata da Liala Minacapelli (in arte _liala_)

Esce “Anelli di saturno”, il nuovo singolo di Kappadue

Kappadue, alias di Francesco Sponta, fa uscire un nuovo brano.

Dopo Mea culpa e L’uomo comune, è il turno di Anelli di Saturno.

Prodotto dal solito Dima (Marco di Martino), come i due brani precedenti., il brano è mixato e masterizzato dallo stesso Dima presso il Loud Studio di Milano.

Dal 20 Maggio è disponibile su tutti i digital store!

Anelli di saturno è un pezzo malinconico, sospeso.
Parla di gravità, intesa sia come peso specifico delle cose, delle situazioni, sia come forza di gravità: l’attrazione che tiene in orbita sia i pianeti che i protagonisti di questa storia.
È un’epifania, nel senso joyciano del termine, per cui la storia si rivela da un suono, che dà il là alla narrazione di tutta la vicenda.
Il sound è ancora diverso da quelli che avete ascoltato fin’ora, e credo che si avvicini sempre di più a quello che voglio mantenere.

“L’uomo comune” secondo Kappadue

Dopo l’esordio con Mea culpa, Kappadue torna con un nuovo brano: L’uomo comune.

La produzione è stata affidata a Dima (Marco di Martino).

L’Uomo Comune è la storia di chiunque e di nessuno, l’antieroe cantato come nei poemi epici, che invece narravano le gesta degli eroi e dei grandi strateghi. Il tutto in una veste che possiamo definire punk-trap o che possiamo anche non definire.

“Mea culpa”, il nuovo singolo di Kappadue

Si intitola Mea culpa il nuovo singolo di Kappadue, alias di Francesco Sponta.

Francesco Sponta, già autore Krishna Music Group, decide di riprendere la sua strada da cantautore.

Mea Culpa è stato il primo brano che ho scritto in quarantena, l’ho cominciato ad abbozzare intorno al 10 marzo. È il naturale anello di congiunzione tra prima e dopo, il passaggio di testimone da Kairos a Kappadue.
È un brano che definirei “Sovraccarico”, in cui passato e presente si fondono, voce e base si mescolano dentro il mix fino ad annullarsi a tratti.

È un flusso e una presa di coscienza, una richiesta di scuse a me stesso, un racconto di quello che è stata la lotta interiore che ho combattuto nel primo lustro dei miei 20 anni, la quarantena reale e quella emotiva.

È il primo verso di un nuovo capitolo, è tornare piccoli nonostante i 30 siano più vicini dei 20, è la musica che prende forma in cameretta, come 13 anni fa. È il tempo opportuno che si manifesta, è la cruda verità, è Francesco “alzati e cammina”.